Description
La prestigiosa rassegna, giunta alla XIV edizione, sarà inaugurata, Venerdì 2 Aprile, dal filosofo e poeta Marco Guzzi con una dedica speciale a Friedrich Holderlin, considerato tra i più grandi della letteratura mondiale. L'esperienza poetica ed umana di Hölderlin può essere di grande aiuto per comprendere le sfide spirituali che l'Occidente globalizzato, e quindi ognuno di noi, deve affrontare. Nei pochi anni della sua vita consapevole, infatti, che fu interrotta da un stato di follia lungo e penoso, il grande ispiratore del pensiero di Heidegger, ha attraversato diverse fasi: dal rifiuto di un cristianesimo inaridito alla ricerca ad Oriente, in Grecia, della vitalità perduta e dell'entusiasmo, dal rivolgimento nazionale, e cioè dal ritorno verso la Germania, che proiettò verso il futuro quel rinnovamento che prima aveva cercato indietro, verso le origini greche della nostra civiltà, fino al confronto inedito col mistero di Cristo. Anche noi, in modi vari e diversi, ci troviamo di fronte a tutte queste alternative mentre la storia del pianeta oscilla sul baratro di un possibile annientamento. Ora più che mai perciò la scelta del nostro destino risulta inderogabile e pressante, e, come ci insegna Hölderlin, la cosa più difficile è ritrovare ciò che ci è più proprio nella piena libertà dell'età adulta.
Venerdi 9 aprile sarà di scena il filosofo Umberto Curi con Il Simposio di Platone. Se esiste il testo sull’amore nella nostra civiltà, a cui ogni testo successivo non può che ricondursi, questo è il Simposio, il dialogo di Platone che più di ogni altro ha mantenuto intatto il «fiore della gioventù» e ci si offre naturalmente non già come una disputa filosofica, ma come una lunga conversazione – forse la più bella conversazione della letteratura – fra spiriti «eccellenti» (oltre a Socrate, il suo grande avversario Aristofane e il bellissimo Alcibiade) che, uno dopo l’altro, prendono la parola e raccontano di una potenza inesauribile: Eros. C’è chi dice che sia il dio più antico, altri invece sostiene che è il dio più giovane, altri che è un grande demone.
Venerdì 16 Aprile il debutto di una voce nuova per Misano: il filosofo Erasmo Silvio Storace con Ecce homo. Come si diventa ciò che si è di Friedrich Nietzsche. I mesi tra il 1888 e il 1889 costituiscono per Nietzsche quel punto di non ritorno varcato il quale egli cadrà nelle tenebre della follia. In questi mesi il filosofo consegna ai posteri alcuni dei suoi scritti più pregnanti, lucidamente folli e follemente lucidi, tramite i quali intende “presentarsi all’umanità”. Ecce homo, la sua autobiografia, è in questo senso un capolavoro in cui troviamo la summa del suo pensiero che fa i conti, una volta per tutte, con il cristianesimo e con l’ateismo, nonché con la necessità di riabilitare la corporeità rispetto alla dimensione meramente spirituale. In queste pagine egli prevede “una crisi come mai ve ne furono sulla terra”, per affrontare la quale bisogna “essere dinamite” e “divenire ciò che si è”. Lavorare su questo testo, a distanza di oltre un secolo, significa tornare a interrogarsi sulle radici dell’uomo.
Venerdì 23 Aprile Silvano Petrosino si misurerà con Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo» scrisse Bernanos riferendosi all’opera. Questo scandalo è quello della vita stessa, non la «nuda vita» studiata dal biologo o dal naturalista ma la vita «vestita» dal particolare modo d'esistere dell'uomo che, pur essendo un vivente, non si riduce mai nell'essere un semplice vivente. Il vissuto del soggetto umano è infatti sempre abitato da fantasmi, allucinazioni, paure, deliri, sensi di colpe e miserie, e la scrittura di Céline fa di tutto per non tradire il senso di questa «aggrovigliata trama dell'umana esperienza» (Cassirer). Lo scrittore francese è stato «un distruttore formidabile di stupidità, d'inutilità, di vuoto stilistico, un vendicatore furioso della parola, un autentico e veridico oracolo» (Ceronetti) e Viaggio al termine della notte rappresenta uno dei vertici più alti della furia celiniana.
Chiude Venerdì 30 Aprile il noto filosofo Carlo Sini con un omaggio, in occasione dei 700 anni dalla morte, a Dante Alighieri. Titolo della sua lectio: Dante e la musica del Paradiso. Il Poema dantesco è come una immensa visione "cinematografica" che ha grandemente ispirato le arti figurative, dal mondo medievale a Dorè, a Dalì e oltre. Il culmine estremo della visione è il Paradiso, che Dante ha perfettamente ragione di ritenere il vertice poetico di tutto il lavoro. Nel Paradiso le parole evocano un mondo interamente risolto in musica e movimento, in un senso che solo le arti dinamiche e le tecnologie dei nostri giorni potrebbero proporsi di tentare di riprodurre.
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Gli incontri si terranno esclusivamente on-line in diretta streaming sul canale YOUTUBE del Comune di Misano con inizio alle ore 21,00
Info: 0541.618484
mail: biblioteca@comune.misano-adriatico.rn.it
Sul canale VIMEO della biblioteca sono disponibili le registrazioni delle rassegne filosofiche precedenti
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Venerdi 9 aprile sarà di scena il filosofo Umberto Curi con Il Simposio di Platone. Se esiste il testo sull’amore nella nostra civiltà, a cui ogni testo successivo non può che ricondursi, questo è il Simposio, il dialogo di Platone che più di ogni altro ha mantenuto intatto il «fiore della gioventù» e ci si offre naturalmente non già come una disputa filosofica, ma come una lunga conversazione – forse la più bella conversazione della letteratura – fra spiriti «eccellenti» (oltre a Socrate, il suo grande avversario Aristofane e il bellissimo Alcibiade) che, uno dopo l’altro, prendono la parola e raccontano di una potenza inesauribile: Eros. C’è chi dice che sia il dio più antico, altri invece sostiene che è il dio più giovane, altri che è un grande demone.
Venerdì 16 Aprile il debutto di una voce nuova per Misano: il filosofo Erasmo Silvio Storace con Ecce homo. Come si diventa ciò che si è di Friedrich Nietzsche. I mesi tra il 1888 e il 1889 costituiscono per Nietzsche quel punto di non ritorno varcato il quale egli cadrà nelle tenebre della follia. In questi mesi il filosofo consegna ai posteri alcuni dei suoi scritti più pregnanti, lucidamente folli e follemente lucidi, tramite i quali intende “presentarsi all’umanità”. Ecce homo, la sua autobiografia, è in questo senso un capolavoro in cui troviamo la summa del suo pensiero che fa i conti, una volta per tutte, con il cristianesimo e con l’ateismo, nonché con la necessità di riabilitare la corporeità rispetto alla dimensione meramente spirituale. In queste pagine egli prevede “una crisi come mai ve ne furono sulla terra”, per affrontare la quale bisogna “essere dinamite” e “divenire ciò che si è”. Lavorare su questo testo, a distanza di oltre un secolo, significa tornare a interrogarsi sulle radici dell’uomo.
Venerdì 23 Aprile Silvano Petrosino si misurerà con Viaggio al termine della notte di Louis-Ferdinand Céline. «Céline è stato creato da Dio per dare scandalo» scrisse Bernanos riferendosi all’opera. Questo scandalo è quello della vita stessa, non la «nuda vita» studiata dal biologo o dal naturalista ma la vita «vestita» dal particolare modo d'esistere dell'uomo che, pur essendo un vivente, non si riduce mai nell'essere un semplice vivente. Il vissuto del soggetto umano è infatti sempre abitato da fantasmi, allucinazioni, paure, deliri, sensi di colpe e miserie, e la scrittura di Céline fa di tutto per non tradire il senso di questa «aggrovigliata trama dell'umana esperienza» (Cassirer). Lo scrittore francese è stato «un distruttore formidabile di stupidità, d'inutilità, di vuoto stilistico, un vendicatore furioso della parola, un autentico e veridico oracolo» (Ceronetti) e Viaggio al termine della notte rappresenta uno dei vertici più alti della furia celiniana.
Chiude Venerdì 30 Aprile il noto filosofo Carlo Sini con un omaggio, in occasione dei 700 anni dalla morte, a Dante Alighieri. Titolo della sua lectio: Dante e la musica del Paradiso. Il Poema dantesco è come una immensa visione "cinematografica" che ha grandemente ispirato le arti figurative, dal mondo medievale a Dorè, a Dalì e oltre. Il culmine estremo della visione è il Paradiso, che Dante ha perfettamente ragione di ritenere il vertice poetico di tutto il lavoro. Nel Paradiso le parole evocano un mondo interamente risolto in musica e movimento, in un senso che solo le arti dinamiche e le tecnologie dei nostri giorni potrebbero proporsi di tentare di riprodurre.
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Last edit: 13/05/2021 11:14:08