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Venerdì 4 .10 UMBERTO GALIMBERTI - Nietzsche: j’accuse dell’Occidente
Il genio di Röcken, in tremendo anticipo sui tempi, intuì che l’Occidente giudaico-cristiano, come organismo storico vincente al centro del mondo, era destinato ad un inevitabile declino. Facendo piazza pulita di sistemi e costumi, morali e religioni, tradizioni e istituzioni, Nietzsche individuò la debolezza dell’orizzonte culturale di questo sistema nella fede cieca tributata all’idealità metafisica. L’Occidente è infatti lo scenario in cui i significati determinati dalla ragione hanno delimitato i confini dell’anima, chiudendo l’apertura ad ogni altro senso, ma il j’accuse del filosofo obbliga tale ordine ad apparire per ciò che è: una tecnica difensiva inventata dal platonismo per arginare il caos della realtà. La logica platonica non è un ordine immutabile ma un percorso storico che avrà una fine.
Il genio di Röcken, in tremendo anticipo sui tempi, intuì che l’Occidente giudaico-cristiano, come organismo storico vincente al centro del mondo, era destinato ad un inevitabile declino. Facendo piazza pulita di sistemi e costumi, morali e religioni, tradizioni e istituzioni, Nietzsche individuò la debolezza dell’orizzonte culturale di questo sistema nella fede cieca tributata all’idealità metafisica. L’Occidente è infatti lo scenario in cui i significati determinati dalla ragione hanno delimitato i confini dell’anima, chiudendo l’apertura ad ogni altro senso, ma il j’accuse del filosofo obbliga tale ordine ad apparire per ciò che è: una tecnica difensiva inventata dal platonismo per arginare il caos della realtà. La logica platonica non è un ordine immutabile ma un percorso storico che avrà una fine.
Venerdì 11 .10 GIANFRANCO PACCHIONI – L’ultimo sapiens. Viaggio al termine della nostra specie
Immaginiamo un futuro in cui sapiens supertecnologici controlleranno, con le loro intelligenze aumentate, il mondo; mentre altri sapiens desueti, saranno relegati a un ruolo marginale. Uno scenario solo fantascientifico? Oggi l’intelligenza artificiale, le neuroscienze, le nanotecnologie, la genetica modificano in modo sempre più vertiginoso il rapporto tra l’uomo e la natura. Nella storia dell’umanità sta succedendo qualcosa che potrebbe condurre alla fine dell’Homo sapiens. Pacchioni ci introdurrà tra le pieghe di uno scenario tanto avvincente quanto inquietante: quello del nuovo ecosistema – mai visto prima – in cui vivranno i nostri discendenti. Saremo in grado di fermarci in tempo nella nostra corsa col turbocompressore verso le Colonne d’Ercole, come si chiedeva Primo Levi? Cosa siamo dunque e cosa stiamo diventando?.
Venerdì 18 .10 MARCO GUZZI – J’accuse QUESTE èlites suicidarie
Mai come in questi anni si sta palesando che un intero sistema di mondo sta diventando suicidario, e cioè opera distruggendo il pianeta, devastando le culture umane e potenzialmente anche i cuori e le menti delle nuove generazioni. Questo sistema viene contestato come finanzcapitalismo sottolineando come la globalizzazione neoliberista abbia esasperato le disuguaglianze sociali e il dominio incontrastato di un mercato senza scrupoli. Ma tale processo è stato possibile anche perché le oligarchie del neoliberismo sono state supportate da altre oligarchie collaborazionistiche, quali quelle intellettuali, universitarie e dei massmedia. Il silenzio di tanti giornalisti, scrittori, persone dello spettacolo, il loro costante sviamento dell’attenzione del pubblico su altri fuochi polemici, del tutto irrilevanti, ha reso possibile l’egemonia delle oligarchie internazionali suicidarie.
Immaginiamo un futuro in cui sapiens supertecnologici controlleranno, con le loro intelligenze aumentate, il mondo; mentre altri sapiens desueti, saranno relegati a un ruolo marginale. Uno scenario solo fantascientifico? Oggi l’intelligenza artificiale, le neuroscienze, le nanotecnologie, la genetica modificano in modo sempre più vertiginoso il rapporto tra l’uomo e la natura. Nella storia dell’umanità sta succedendo qualcosa che potrebbe condurre alla fine dell’Homo sapiens. Pacchioni ci introdurrà tra le pieghe di uno scenario tanto avvincente quanto inquietante: quello del nuovo ecosistema – mai visto prima – in cui vivranno i nostri discendenti. Saremo in grado di fermarci in tempo nella nostra corsa col turbocompressore verso le Colonne d’Ercole, come si chiedeva Primo Levi? Cosa siamo dunque e cosa stiamo diventando?.
Venerdì 18 .10 MARCO GUZZI – J’accuse QUESTE èlites suicidarie
Mai come in questi anni si sta palesando che un intero sistema di mondo sta diventando suicidario, e cioè opera distruggendo il pianeta, devastando le culture umane e potenzialmente anche i cuori e le menti delle nuove generazioni. Questo sistema viene contestato come finanzcapitalismo sottolineando come la globalizzazione neoliberista abbia esasperato le disuguaglianze sociali e il dominio incontrastato di un mercato senza scrupoli. Ma tale processo è stato possibile anche perché le oligarchie del neoliberismo sono state supportate da altre oligarchie collaborazionistiche, quali quelle intellettuali, universitarie e dei massmedia. Il silenzio di tanti giornalisti, scrittori, persone dello spettacolo, il loro costante sviamento dell’attenzione del pubblico su altri fuochi polemici, del tutto irrilevanti, ha reso possibile l’egemonia delle oligarchie internazionali suicidarie.
Mercoledi 23.10 MASSIMO CACCIARI presenta: La mente inquieta. Saggio sull’umanesimo
Il filosofo Massimo Cacciari parlerà del suo libro “La mente inquieta. Saggio sull’umanesimo”. Predomina ancora una visione del periodo dell'Umanesimo che ne esalta, da un lato, i valori estetico-artistici, e tende a ridurne, dall'altro, il pensiero a elementi retorico-filologici. Ma le cose sono più complesse e meno schematiche, e la stessa filologia umanistica va inserita in un progetto culturale più ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento.
Venerdi 25.10 DIEGO FUSARO – Pier Paolo Pasolini : J’accuse contro l’omologazione
Negli anni Settanta, Pasolini lanciò il suo Je accuse contro l’omologazione prodotta dalla civiltà del consumo. Parlò espressamente di genocidio culturale generato dal livellamento planetario del consumismo. Il suo Je accuse era, in pari tempo, rivolto contro quanti ancora non avevano capito che il potere aveva mutato sembiante: non era più clerico-fascista ma consumista ed edonista, permissivo e libertario. La civiltà dei consumi è, per Pasolini, il nuovo fascismo, ancora più totalitario delle dittature precedenti.
Il filosofo Massimo Cacciari parlerà del suo libro “La mente inquieta. Saggio sull’umanesimo”. Predomina ancora una visione del periodo dell'Umanesimo che ne esalta, da un lato, i valori estetico-artistici, e tende a ridurne, dall'altro, il pensiero a elementi retorico-filologici. Ma le cose sono più complesse e meno schematiche, e la stessa filologia umanistica va inserita in un progetto culturale più ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento.
Venerdi 25.10 DIEGO FUSARO – Pier Paolo Pasolini : J’accuse contro l’omologazione
Negli anni Settanta, Pasolini lanciò il suo Je accuse contro l’omologazione prodotta dalla civiltà del consumo. Parlò espressamente di genocidio culturale generato dal livellamento planetario del consumismo. Il suo Je accuse era, in pari tempo, rivolto contro quanti ancora non avevano capito che il potere aveva mutato sembiante: non era più clerico-fascista ma consumista ed edonista, permissivo e libertario. La civiltà dei consumi è, per Pasolini, il nuovo fascismo, ancora più totalitario delle dittature precedenti.
Venerdi 8.11 CARLO SINI – J’accuse: nessuno è innocente
Diceva il grande Anassimandro che tutti gli esseri si fanno la guerra, che si recano ingiustizia e che ne pagheranno il fio secondo la legge del tempo, ossia morendo a loro volta. L’innocenza non è di questo mondo, in cui i viventi abitano nella strozzatura di corpi separati, vicendevolmente bisognosi gli uni degli altri ma anche vicendevolmente persecutori. Come sottrarsi allora a questa colpa strutturale e originaria? Ed è poi proprio una colpa? Ne siamo davvero, e in che misura, responsabili? Già questa domande dimostrano però che, nel profondo, non siamo del tutto sicuri della nostra innocenza, perché, come diceva Freud, non siamo del tutto padroni a casa nostra. Heidegger parlava di un costitutivo “essere in colpa dell’Esserci”. Insomma: nessuno è innocente?
Venerdì 15.11 SALVATORE NATOLI - Socrate, il tafano: contro la pigrizia dell’intelligenza e la decadenza della Polis
Il filosofo ateniese non accusa ma mette sotto inchiesta, perché Socrate non è uomo d’invettiva ma di finissima ironia: sprona alla riflessione turbando le intelligenze appiattite sui luoghi comuni, getta nel dubbio gli ignoranti inconsapevoli e smonta il falso sapere dei sapienti. Il suo insegnamento denuncia come e quanto l’ignoranza impedisca l’esercizio della virtù e come questo influisca in modo determinante sulla vita della città perché facilita la conquista del potere da parte dei demagoghi. Così s’innesca un circolo vizioso che conduce la città alla decadenza. La sorte di Socrate, dissidente non violento, è nota: nonostante la devozione al bene della città, i giudici ateniesi trovarono nelle sue parole motivi sufficienti per condannarlo a morte.
Diceva il grande Anassimandro che tutti gli esseri si fanno la guerra, che si recano ingiustizia e che ne pagheranno il fio secondo la legge del tempo, ossia morendo a loro volta. L’innocenza non è di questo mondo, in cui i viventi abitano nella strozzatura di corpi separati, vicendevolmente bisognosi gli uni degli altri ma anche vicendevolmente persecutori. Come sottrarsi allora a questa colpa strutturale e originaria? Ed è poi proprio una colpa? Ne siamo davvero, e in che misura, responsabili? Già questa domande dimostrano però che, nel profondo, non siamo del tutto sicuri della nostra innocenza, perché, come diceva Freud, non siamo del tutto padroni a casa nostra. Heidegger parlava di un costitutivo “essere in colpa dell’Esserci”. Insomma: nessuno è innocente?
Venerdì 15.11 SALVATORE NATOLI - Socrate, il tafano: contro la pigrizia dell’intelligenza e la decadenza della Polis
Il filosofo ateniese non accusa ma mette sotto inchiesta, perché Socrate non è uomo d’invettiva ma di finissima ironia: sprona alla riflessione turbando le intelligenze appiattite sui luoghi comuni, getta nel dubbio gli ignoranti inconsapevoli e smonta il falso sapere dei sapienti. Il suo insegnamento denuncia come e quanto l’ignoranza impedisca l’esercizio della virtù e come questo influisca in modo determinante sulla vita della città perché facilita la conquista del potere da parte dei demagoghi. Così s’innesca un circolo vizioso che conduce la città alla decadenza. La sorte di Socrate, dissidente non violento, è nota: nonostante la devozione al bene della città, i giudici ateniesi trovarono nelle sue parole motivi sufficienti per condannarlo a morte.
Giovedi 21.11 VITO MANCUSO - J’accuse me stesso
L’oggetto della requisitoria sarà proprio il sé, nella convinzione che ogni reale miglioramento del mondo esterno parte dalla propria interiorità, ovvero che la vera rivoluzione è sempre quella che cambia la mente e il cuore di chi la vive. Si tocca così il tema, religioso e filosofico al contempo, della confessione, sulla scorta di padri del pensiero quali Agostino e Rousseau, e dell’esame di coscienza, la cui prima attestazione in occidente risale a Pitagora. Coscienza, male, peccato, senso di colpa, confessione, liberazione interiore, questi i concetti decisivi a partire dai quali l’uomo Vito Mancuso affronterà sé stesso
L’oggetto della requisitoria sarà proprio il sé, nella convinzione che ogni reale miglioramento del mondo esterno parte dalla propria interiorità, ovvero che la vera rivoluzione è sempre quella che cambia la mente e il cuore di chi la vive. Si tocca così il tema, religioso e filosofico al contempo, della confessione, sulla scorta di padri del pensiero quali Agostino e Rousseau, e dell’esame di coscienza, la cui prima attestazione in occidente risale a Pitagora. Coscienza, male, peccato, senso di colpa, confessione, liberazione interiore, questi i concetti decisivi a partire dai quali l’uomo Vito Mancuso affronterà sé stesso
Venerdi 29 .11 IVANO DIONIGI – Osa sapere : contro la paura e l’ignoranza
Di fronte all’arrivo inarrestabile di nuovi “barbari” ci si ostina a erigere muri, fisici e mentali, nel vano tentativo di restituire centralità all’Europa, e di fronte al dominio della tecnica ogni soluzione appare effimera.
Di fronte all’arrivo inarrestabile di nuovi “barbari” ci si ostina a erigere muri, fisici e mentali, nel vano tentativo di restituire centralità all’Europa, e di fronte al dominio della tecnica ogni soluzione appare effimera.
Cinema-Teatro Astra di Misano Adriatico, via d'Annunzio 20 ore 21.00
Costo
Gratuito
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Dèrniere modification: 18/05/2021 11:26:18